Rom, zingari, gitanes: una figura tipica e da sempre connaturata all'Europa ed alle sue città.



Esistono figure storicamente tipiche e tipicizzanti, una di queste è, in Europa, senz'altro quella gitana. Figura ora miticizzata, più spesso demonizzata, qualche volta raccontata e dipinta semplicemente nel suo "hic et nunc", senza né lode né ignominia. Sempre e da sempre raccontata e descritta, narrata, romanzata. I "narratori" sono piccoli e grandi, così come piccoli e grandi sono i "narrati". Tra i grandi descrittori ricordiamo Victor Hugo, Voltaire, Goethe, e tanti altri. Ricordiamo la descrizione superlativa fatta da Fédor Michailovic Dostoevskij, la zingara amante del pricipe Nicolai Stavrogin, la figura più grandiosa di Dostoevskij e insieme con la solitudine e il mistero che la circondano, la sua figura più romantica, in quello che è il suo romanzo più grande: "I demoni". Dei "Gitanes", Ingmar Bergmann esalta la bellezza della atipicità sociale, che è - forse - un collocarsi oltre, in un orizzonte diverso, più veritativo, ne "Il settimo sigillo". Anche famosi cartonist francesi, Goscinny e Uderzo li raffigurano nella forma di attori girovaghi. La recita, il canto ma anche la questua sono da sempre la loro attività, ieri come oggi. Non si tratta dunque della figura di una realtà "altra", bensì di una figura contestuale al paesaggio storico e socioculturale europeo, non da oggi, ma da sempre. Da sempre la considerazione dei Rom come "altri" rispetto all'Europa, è stata portata avanti dalle figure politiche più fosche e tenebrose nei momenti storicamente più oscuri. Ne ricordiamo solo alcune, limitandoci al Novecento: Francisco Franco, Benito Mussolini, Adolf Hitler, Josiph Stalin. 
francesco latteri scholten.